Flusso di migranti in calo in Germania, ma l'attenzione è puntata sull'emergere di nuove rotte, per esempio dall'Italia, dopo la chiusura della 'via' balcanica. La tensione resta alta e Vienna aumenta la pressione sull'Italia, nel timore di un'esplosione del flusso dei migranti nel corso della primavera, ribadendo l'intenzione di introdurre controlli sul Brennero, per mettersi al riparo da una nuova emergenza. Per fare il punto, oggi al Viminale il ministro dell'Interno Angelino Alfano incontra la sua omologa austriaca, Johanna Milk Leitner.
Diminuiscono gli arrivi... Berlino ha registrato, nel primo trimestre del 2016, una riduzione notevole di arrivi, ma un aumento di richieste d'asilo: nell'ultimo trimestre del 2015 gli ingressi erano stati ancora 500 mila, nei primi tre mesi del 2016 il numero si è ridotto a 170 mila, con un calo del 66%, ha spiegato il ministro degli Interni tedesco Thomas De Maiziere. Il ministro però è rimasto cauto, sottolineando che "nonostante gli sviluppi positivi, è troppo presto per fare una previsione per l'intero anno". "Non sappiamo - ha aggiunto - se emergeranno altre rotte, specialmente Libia-Italia, e come l'Italia risponderà".
...ma aumentano le richieste d'asilo. Registrate181.405 richieste d'asilo nel primo trimestre di quest'anno, con un incremento del 112% sullo stesso periodo del 2015. Le cifre, però, non sono in contraddizione. L'aumento è stato determinato dal fatto che lo scorso anno sono stati oltre un milione i migranti e i rifugiati giunti sul suolo tedesco, ma molti hanno dovuto attendere settimane o mesi nei centri di raccolta prima di poter fare domanda di asilo, circostanza che spiega il forte aumento dei numeri. La chiusura della cosiddetta "rotta dei Balcani" ha provocato una forte riduzione del numero degli arrivi a marzo, anche se sono state comunque registrate 60.000 richieste di asilo (l'87% in più del marzo 2015, ma l'11,5% in meno rispetto a febbraio scorso).
Nuove espulsioni dalla Grecia. La Grecia ha ripreso stamane a rimandare in Turchia i migranti arrivati illegalmente, dopo aver interrotto i trasferimenti lunedì, e ha fatto partire in totale 140 persone. Un'imbarcazione con a bordo un gruppo di 95 profughi è partita nella notte, intorno alle 4, dalle isole di Chio e Samo verso Lesbo (nell'isola graca, il 16 aprile, arriverà Papa Francesco, accompagnato dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e dall'arcivescovo di Atene Hieronimus II, per incontrare i profughi). Da lì riparte per la Turchia. In seguito, intorno alle 8, un'altra barca è partita a sua volta da Lesbo con 45 persone a bordo, tutte pakistane che si trovavano nel campo profughi di Moria. Un gruppo di attivisti ha manifestato contro le espulsioni nel porto di Lesbo, colpendo le barriere di metallo con cui esso è stato chiuso al pubblico.
Due uomini e una donna si sono tuffati in acqua e si sono attaccati all'ancora dell'imbarcazione di Frontex, per impedirle di partire. Poi hanno acconsentito a salire su una barca della guardia costiera e a tornare in porto. Il primo trasferimento di migranti dalla Grecia alla Turchia, come previsto dall'accordo firmato da Ankara con Bruxelles, è avvenuto lunedì scorso, riguardando 202 persone in maggioranza pachistane e afghane. In seguito i rinvii erano stati stati sospesi, a causa dell'alto numero di richieste di asilo la maggior parte delle quali non processate per l'insufficienza di personale dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (Easo)
Proteste delle ong. Intanto, diverse ong hanno criticato la situazione nei campi profughi come quello di Moria, dove si trovano oltre 3mila persone. E il governo di Atene non riesce a convincere le migliaia di profughi accampate nel porto del Pireo e alla frontiera di Idomeni ad acconsentire al trasferimento nei centri. Ieri le autorità del Pireo sono riuscite a trasferire solo circa 70 delle 4.660 persone che si trovano nel porto. Quindi l'esecutivo ellenico ha lanciato un ultimatum, avvertendo i migranti che entro pochi giorni si procederà allo sgombero forzato, a meno che prima non si trasferiscano spontaneamente nelle strutture loro destinate: "Il porto del Pireo non è un centro di accoglienza, e non può continuare a fornirvi una sistemazione", recita un comunicato diffuso dal ministero della Marina Mercantile in
quattro lingue: greco, arabo, farsi e inglese. "Se rimarrete lì, non ne trarrete alcun beneficio", è il monito. "Rispettate le leggi del Paese che vi offre ospitalità e che fa tutto il possibile per aiutarvi".