Renzi a New York: “Migranti, da Ue solo parole”…

Il cantiere della riforma elettorale è ufficialmente chiuso. Almeno per i prossimi due mesi. Se ne riparlerà semmai dopo il referendum. Matteo Renzi conferma a chiare lettere da New York quel che anche in Italia era ormai nei fatti, dopo il rinvio dell'udienza del 4 ottobre deciso dalla Consulta. Ne parla con toni informali coi giornalisti a margine della cerimonia di consegna del Global Citizen Award, ricevuto dal premier italiano dalle mani dal segretario di Stato Usa John Kerry lanciatosi, nella motivazione, in considerazioni di grande stima per l'amico italiano. A conferma di un rapporto più che solido, amichevole con l'amministrazione Obama. "La verità - confessa in uno sfogo - è che manca la volontà politica di trovare una soluzione all'ondata migratoria nel Mediterraneo". Una circostanza che il capo del governo italiano attribuisce anche alla complicata congiuntura internazionale: "Siamo quasi tutti sotto scopa elettorale, in Germania, in Francia e anche noi abbiamo il referendum..." Come dire, ciascuno dei leader protagonisti non vuole entrare in rotta col proprio elettorato. "Dopo la Brexit sono stato invitato al vertice di Berlino per discutere insieme del futuro dell'Europa, ma non si capisce perché, a questo punto". Che visione ha l'Europa sul futuro? Quel che lo ha amareggiato di più è la posizione del presidente francese Hollande, a suo dire fin troppo "condizionato" dasell'influenza di Angela Merkel. Quello stesso Francois che pure il 9 settembre era seduto con lui, Tsipras e i premier di Portogallo, Malta e Cipro per fare fronte unico dei paesi mediterranei (in contrapposizione all'asse rigorista del Nord Europa).  In ogni caso, come spiega poi lo stesso Renzi parlando davanti alle centinaia di ospiti dell'Atlantic Council e ringraziandoli per il premio, la posizione del nostro Paese è chiara:  "L'Italia salva le vite nel Mediterraneo perché possiamo perdere il voto di qualcuno ma non possiamo perdere i valori propri degli essere umani". Sarà per ciò centrale "avere una strategia per l'Africa".

Sentyabr 20, 2016 3:04

Spalletti ha tolto la fascia di capitano a De Rossi

CAGLIARI - Il malato non si è ancora ristabilito. Reduce dalla batosta col Porto, la Roma si fa rimontare due reti dal Cagliari e sciupa un'ottima occasione per restare agganciata alla vetta della classifica. Avanti grazie al terzo rigore in una settimana di Perotti e a un gran gol di Strootman, la formazione capitolina non ha avuto la lucidità e la freddezza per calmierare il risultato e ha finito per farsi riprendere dalle reti di Borriello (a segno per la 5/a volta da ex) e Sau. E' UNA ROMA FRAGILE - Cosa non vada nella Roma è evidente: perde ancora un po' troppo le distanze per i reparti, ha spesso eccessiva fretta nel ripartire. Così si spiega l'errore di Florenzi nel finale che è finito per costare due punti. Un plauso, comunque, va anche al Cagliari che ha avuto la bravura di credere fino in fondo a un risultato che a un certo punto sembrava impossibile da recuperare, soprattutto quando la Roma nella ripresa era passata alla difesa a tre con l'ingresso di Fazio. La squadra di Rastelli ha carattere e idee. Il giovane Barella tra le linee è cresciuto col passare del tempo. L'esperimento va decisamente riprovato. DE ROSSI NON PIU' CAPITANO - Per scuotere la Roma, Spalletti ha deciso di togliere la fascia da capitano a De Rossi, consegnandola al rientrante Florenzi, e si è riaffidato al caro tridente leggero a discapito di Dzeko con Perotti falso 'nuevè ed El Shaarawy di nuovo titolare a sinistra. Inoltre ha bocciato Emerson Palmieri, decidendo di rimpiazzare l'infortunato Juan Jesus con lo spostamento sulla fascia opposta di Bruno Peres. Rastelli ha risposto tornando alla difesa a quattro con Isla e Murru più bassi, Salamon in mezzo al posto dell'indisponibile dell'ultim'ora Ceppitelli e, infine, il giovane Barella piazzato alle spalle delle punte Borriello e Sau.

Avqust 29, 2016 3:05

Feste dell’Unità è stato durissimo

"Poiché la questione circa la libertà, senza limitazioni, dell'Anpi di usufruire di spazi all'interno delle Feste dell'Unità, appare sostanzialmente e ragionevolmente risolta, non sussistono motivi di sorta per non accettare l'invito del segretario del Pd, Matteo Renzi" per un confronto pubblico sul referendum. L'associazione dei partigiani risponde con una nota alla proposta lanciata dal premierper un dibattito pubblico con il presidente Anpi Carlo Smuraglia, dopo le polemiche sulla possibilità di fare propaganda per il No alle Feste dell'Unità. La situazione si è risolta "con la ricezione delle posizioni sostenute dalla nostra associazione", scrive l'Anpi, "come da intese raggiunte a Bologna, Reggio Emilia ed in altre sedi, che logicamente varranno per tutte le situazioni ancora pendenti, in varie parti d'Italia". Ciò detto, "naturalmente, sede, data, modalità di svolgimento e scelta del moderatore (o della moderatrice) dovranno essere concordate, in breve tempo, tra i rispettivi organismi a ciò delegati, in modo da garantire paritarie condizioni di imparzialità e linearità del dibattito - sottolinea l'associazione - se esso potrà essere realizzato, appunto, con modalità concordate, come  ci  auguriamo, rappresenterà anche una buona occasione per fornire un significativo esempio di civile confronto sul merito, dimostrando che anche su temi particolarmente delicati si può democraticamente confrontarsi; con evidente vantaggio per l'intera campagna referendaria".

Avqust 29, 2016 2:50

Per un paio di birre…

Poteva uscire di scena per una croce esitante, un'uscita dagli anelli sbagliata, qualche grado di inclinazione di troppo sulla verticale. Il ginnasta Yuri Van Gelder invece è stato cacciato da Rio dal suo team per qualche birra di troppo. Il fattaccio risale a sabato sera. Il 33enne olandese, felice per aver centrato la finale nella sua disciplina ha deciso di festeggiare. Il villaggio olimpico, evidentemente, gli stava troppo stretto. La bella vita gli piace, come testimonia il tweet della vigilia in cui salutava l'inizio dei giochi con un profetico "Let's rock in Rio".  E così, tentato dalle luci e dalla notte dolce di Copacabana è uscito dal gate degli alberghi degli atleti e si è mosso felice verso la città. Rientrando alla base solo nelle prime ore di domenica. Al ritorno però ha trovato una sgradita sorpresa: il cartellino rosso della federazione. "Sono andato in centro per salutare la mia fidanzata Katerina arrivata qui solo per un giorno" si sarebbe giustificato. Ma le regole sono regole. Quelle di casa Olanda sono rigidissime: gli atleti non possono bere alcolici e nemmeno uscire dal villaggio senza autorizzazione. Van Gelder le ha infrante entrambe e così è stato rispedito a casa dai suoi dirigenti. "Ci dispiace per lui, sportivamente parlando è un disastro, ma non potevamo fare altro", ha detto il capo-missione Mauritius Hendricks. Van Gelder, del resto, è in qualche modo recidivo. Nel 2009, quattro anni dopo aver vinto il mondiale negli anelli, era stato sospeso per tre mesi per uso di cocaina tre giorni prima dei campionati nazionali. Amsterdam da sempre impone regole catoniane ai suoi atleti: qui in Brasile non possono andare nel centro di Rio per motivi di sicurezza e dopo le loro gare devono tornare a casa subito per non disturbare i compagni di squadra.

Avqust 10, 2016 2:50