A Padova una ricostruzione a grandezza naturale della celebre sepoltura di Deir El Medina, cuore di una mostra che approfondisce i legami tra la città e l’antico Egitto. Dal 19 marzo al 19 giugno i Musei Civici agli Eremitani di Padova ospitano a Palazzo Zuckermann la mostra“Pashedu. Un artigiano alla corte dei faraoni”, organizzata da Cultour Active. Cuore dell’esposizione è laricostruzione a grandezza naturale – cinque metri per due e mezzo – della celebre tomba egizia di Pashedu (o Pashed, il Salvatore), caposquadra di uno dei gruppi di lavoratori che realizzarono le grandi sepolture reali dell’era di Ramses II (XIX dinastia, XIII secolo a.C.), rinvenuta nella necropoli di Deir El Medina, il villaggio che ospitava le famiglie degli artisti e degli artigiani impegnati nella costruzione e decorazione delle tombe faraoniche della Valle dei Re. La riproduzione fedele della camera sepolcrale, del corridoio di accesso e dei dipinti alle pareti, opera progettata e realizzata da Gianni Moro, è affiancata da una serie di pannelli, a cura dell’egittologa Claudia Gambino dell’Università degli Studi di Padova, parte della squadra di studiosi del Progetto Egitto Veneto, che approfondiscono i legami tra la città e l’antico Egitto. Padova, infatti, è la patria dell’esploratore Giovanni Battista Belzoni (1778-1823), cui sono legate la scoperta dell’Egitto faraonico e la nascita dell’egittologia; il Museo Archeologico padovano ospita una collezione egizia significativa, costituita da circa 180 reperti, tra cui spiccano quelli belzoniani. Tra gli oggetti in esposizione un ushabti, una statuina che riproduce il defunto. Per tutta la durata della rassegna sono in programma attività educative, laboratori e archeodegustazioni.
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