ll presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dalla Cina torna sul caso Siri. E, dopo aver ribadito che se sara necessario costringera alle dimissioni il sottosegretario alle infrastrutture indagato per corruzione dalla Procura di Roma, ritiene di poterlo vedere già domani, al rientro da Pechino. “Domani confido di poterlo vedere. Non ho ancora fissato l’incontro, ma domani sicuramente sarà il primo giorno utile per poterlo vedere”, ha detto Conte, al termine di una visita alla Città Proibita, a Pechino, prima del rientro in Italia.Tuttavia fonti di Palazzo Chigi precisano che un incontro domani fra Conte e Siri sarà molto difficile. È più probabile che il colloquio non avvenga lunedì ma nei giorni successivi, dal momento che il presidente del Consiglio rientrerà da Pechino domenica notte e martedì ripartirà per la Tunisia.Sul caso torna anche il vicepremier Matteo Salvini che, da Palazzolo Milanese, frazione di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, dove ha aperto la sede elettorale per Gianluca Bogani sindaco rassicura che la sopravvivenza del governo non è minacciata dal caso Siri: “No, per combattere la droga ci vuole un governo. Io – aggiunge- parlo di vita reale: mi sto occupando di lotta alla droga. Sono pronto a incontrare le comunità di recupero dei tossicodipendenti e a combattere ogni tipo di droga via per via città per città. Non mi occupo di altri. In questo momento il resto del dibattito lo lascio ai giornalisti e ai giudici”. E conclude: “Sono assolutamente tranquillo e soddisfatto del mio lavoro”.
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