Parla innanzitutto di Dacca, Matteo Renzi. Delle polemiche sui ritardi nel blitz da parte delle forze di sicurezza del Bangladesh. Ma, alla vigilia della direzione Pd, il discorso – nell’intervista di Maria Latella su Sk Tg24 – si sposta subito sulle polemiche italiane. Sulla legge elettorale – quell’Italicum contestatissimo dalla minoranza interna, dai centristi e dal centrodestra – dice: “Non vedo in Parlamento una maggioranza per una legge alternativa”. La novità degli ultimi giorni è infatti la retromarcia dei Cinque Stelle che, pur continuando a contestare l’Italicum, insorgono contro qualsiasi ipotesi di modifiche. I sondaggi che li vedono in testa, d’altronde, farebbero dei pentastellati i grandi vincitori di un sistema fondato sul premio alla lista più votata. Renzi respinge poi la richiesta di lasciare la carica di segretario, tema tornato alla ribalta dopo la sconfitta alle amministrative. “Il dibattito nel Pd sul doppio ruolo di premier e segretario del partito è lunare, nel resto dell’Europa il capo del primo ministro è il premier, solo in Italia non è stato così per anni”, dice. Smentisce anche l’ipotesi di un rinvio del referendum costituzionale. “Per me andrebbe fatto il prima possibile”. Ma non indica date. E aggiunge: “Non è un referendum su di me o su di un altro, io poi sono pronto a trarne le conseguenze perché sono un leader politico e non posso far finta di niente. Ma chi è che vuole personalizzare? Gli altri cercano di utilizzare questo referendum come argomento di battaglia politica interna”. Sulle riforme, una stoccata a D’Alema: “Le riforme che ha proposto quando guidava la bicamerale erano molto più impattanti sul sistema di quelle che proponiamo noi. D’alema spesso parla ma i risultati della sua azione gli italiani li hanno visti in questi venti anni. Sceglieranno loro se vogliono tornare al passato o se hanno voglia di buttarsi sul futuro. Il superamento del bicameralismo, la riduzione dei parlamentari, stavano già nelle proposte che D’Alema fece. La differenza è che lui non è riuscito a farle diventare legge”. Pronuncia un no secco sulla possibilità di un rimpasto. Quanto all’ipotesi di un riavvicinamento a Berlusconi – auspicato nei giorni scorsi da Fedele Confalonieri – Renzi taglia corto: “Non c’è nessun patto del Nazareno. Il Patto del Nazareno lo ha rotto Berlusconi perchè non voleva votare Mattarella e secondo me ha fatto un errore”.
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