Big G ha presentato il sistema Invisible reCAPTCHA

Così come sono conosciuti oggi, diventeranno presto un lontano ricordo. Google ha infatti presentato un nuovo sistema chiamato Invisibile reCAPTCHA, che di fatto elimina quelle scritte spesso indecifrabili a favore di un funzionamento invisibile all'utente, in grado di stabilire automaticamente se possa trattarsi di un umano o di un bot.Tutto ruota attorno all'integrazione di nuovi algoritmi gestiti direttamente da un'intelligenza artificiale, in grado di monitorare parametri come il movimento del mouse e l'indirizzo IP. Se il comportamento dell'utente sarà dunque assimilabile a quello di un essere umano, non verrà visualizzato alcun quesito da risolvere e l'autenticazione avverrà in maniera totalmente invisibile.Google ha di fatto completato uno sviluppo iniziato nel lontano 2009, quando l'azienda di Mountain View ha acquisito una startup nata in seno all'Università Carnegie Mellon, una delle più prestigiose al mondo in ambito informatico che, qualche anno prima, aveva avviato un progetto per la completa digitalizzazione della propria biblioteca attraverso programmi OCR (riconoscimento ottico dei caratteri).Alcuni ricercatori hanno cominciato ad utilizzare i CAPTCHA per individuare le parole dubbie derivate dagli OCR, creando un sistema in grado di riconoscere 440 milioni di termini con un'accuratezza del 99%. Ad agosto del 2008 si è arrivati ad una conversione di 4 milioni di parole al giorno, dopo di che la creazione di una startup è stato un passo naturale.

Mart 14, 2017 3:13

Circa cinquemila persone, molte rimaste in piedi

Circa cinquemila persone, molte rimaste in piedi, al Lingotto di Torino per l'ultima giornata vista delle primarie. A chiudere i lavori l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Nelle scorse settimane qualcuno ha cercato di distruggere il Pd perché c'è stato un momento di debolezza innanzitutto mia" ha detto. "Ma non si sono accorti che c'è una solidità e una forza che esprime la comunità del Pd, indipendentemente dalla leadership: si mettano il cuore in pace, c'era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi".Renzi rivendica l'importanza del confronto e della vicinanza con gli "ultimi", perché "questa è la sinistra, non chi canta bandiera rossa col pugno chiuso". E augura buon lavoro a Orlando e Emiliano "perché non facciamo polemiche con nessuno e in particolare con i nostri compagni di squadra". Parla della Fiat, ma non la Fiat di Marchionne, bensì quella degli operai di Melfi e Mirafiori. "Bisogna crearlo il lavoro non farci i convegni", dice. Punta il dito anche contro la burocrazia e l'evasione fiscale.Richiamando i fatti di ieri di Napoli ha ribadito, condannando il comportamento del sindaco De Magistris: "Non possiamo fare alleanze con chi non rispetta la legalità, non possiamo allearci con un sindaco che si schiera dalla parte di chi sfascia una città come Napoli per non far parlare un deputato, anche se questo è Salvini".Tra i temi più caldi affrontati, quello sulla giustizia.

Mart 14, 2017 3:03

La tensione tra Ankara e l’Olanda…

CRESCE ancora la tensione tra Ankara e l'Olanda. Il presidente turco,dopo che ieri la Turchia aveva sospeso le relazioni diplomatiche di alto livello con il Paese europeo e chiuso lo spazio aereo per i suoi diplomatici, è tornato di nuovo all'attacco e ha accusato l'Olanda di fare "terrorismo di Stato, che causa il più grave danno all'Europa e all'Unione europea. L'Ue non è più un simbolo di giustizia, di libertà e diritti umani". E ha messo in guardia "tutto il mondo sui fatti in Europa, che causano preoccupazione. Naturalmente esigeremo che chi è coinvolto ne risponda, nella cornice diplomatica e giuridica". Non bastano, ha sottolineato, le semplici scuse da parte dell'Olanda a sanare il contrasto e Ankara potrebbe intraprendere nuove contromisure.Erdogan si è scagliato anche contro alcuni Paesi europei che "sono diventati ostaggio di esponenti razzisti e fascisti" e ha invitato i turchi che vivono in Europa a non votare per "il governo e i razzisti" nelle future elezioni dei Paesi in un risiedono.Le parole più pesanti Erdogan le riserva comunque all'Olanda: "Non si spara sulla croce rossa neanche in guerra, ma l'Olanda è capace anche di questo. Conosciamo gli olandesi dai tempi di Srebrenica. In quell'occasione abbiamo conosciuto la loro natura e il loro carattere, quando hanno lasciato che 8 mila musulmani bosniaci venissero massacrati senza muovere un dito".Come l'Olanda, però, è la Germania: la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha dichiarato il presidente turco, ha attaccato la Turchia allo stesso modo in cui la polizia olandese ha usato i cani poliziotto e i cannoni ad acqua per disperdere i dimostranti fuori dal consolato turco di Rotterdam. Merkel, ha detto Erdogan, "non è diversa dall'Olanda". Rapida la risposta di Berlino: "Con le sue provocazioni, Ankara vuole apparire vittima".

Mart 14, 2017 2:51

la Corte di Giustizia Europea?!

Le aziende possono vietare ai propri dipendenti di indossare indumenti che siano "segni religiosi" come il velo islamico: lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea, basata a Lussemburgo, che è stata chiamata a decidere su due ricorsi di donne musulmane, uno dal Belgio e uno dalla Francia, relativi alla possibilità di presentarsi al lavoro con il capo coperto in osservanza alla religione musulmana."Una regola interna che proibisca di indossare in modo visibile qualsiasi segno politico, filosofico o religioso non costituisce diretta discriminazione", ha deliberato la Corte.Nella sentenza si rileva però che il divieto "può invece costituire una discriminazione indiretta qualora venga dimostrato che l'obbligo apparentemente neutro da essa previsto comporta, di fatto, un particolare svantaggio per le persone che aderiscono a una determinata religione o ideologia.Tuttavia, tale discriminazione indiretta può essere oggettivamente giustificata da una finalità legittima, come il perseguimento, da parte del datore di lavoro, di una politica di neutralità politica, filosofica e religiosa nei rapporti con i clienti, purché i mezzi impiegati per il conseguimento di tale finalità siano appropriati e necessari".Riguarda una receptionist di fede musulmana assunta alla G4S, che fornisce servizi di accoglienza a clienti sia del settore pubblico sia del settore privato. All'epoca, una regola non scritta interna alla G4S vietava ai dipendenti di indossare sul luogo di lavoro segni visibili delle loro convinzioni politiche, filosofiche o religiose. Nell'aprile 2006, la receptionist ha informato il datore di lavoro del fatto che intendeva indossare il velo islamico durante l'orario di lavoro. In risposta, la direzione le ha comunicato che il fatto di indossare un velo non sarebbe stato tollerato. Dopo un periodo di assenza dal lavoro per malattia, la dipendente ha comunicato che avrebbe ripreso l'attività lavorativa e che da allora in poi avrebbe indossato il velo islamico.

Mart 14, 2017 2:45

Tennis, Rio amara anche per…

Niente da fare per Fabio Fognini. L’azzurro è stato eliminato al secondo turno del “Rio Open”, torneo ATP World Tour 500 dotato di un montepremi di 1.461.560 dollari in corso sui campi in terra rossa di Rio de Janeiro, in Brasile. Il 29enne di Arma di Taggia, finalista in questo torneo due anni fa, ha ceduto per 6-2 6-3, in un’ora e 19 minuti di partita, allo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, numero 25 del ranking mondiale e quinta testa di serie.Sembrava un match alla portata di Fognini visto che il ligure si era aggiudicato 9 delle 10 sfide precedenti (ma il 29enne di Barcellona aveva vinto proprio l’ultima sfida, giocata lo scorso ottobre al primo turno di Vienna sul veloce indoor). Il ligure, in effetti, è partito bene con un break in avvio poi, in un turno di servizio complicato da due doppi falli, ha restituito immediatamente il favore. Lo spagnolo ha preso subito fiducia ed ha messo a segno un parziale di quattro giochi di fila, chiudendo i conti nell’ottavo gioco quando ha tolto per la terza volta la battuta all’azzurro. Ancora break a favore di Fognini in avvio di seconda frazione, l’azzurro ha allungato sul 2-0 ma con un doppio fallo nel quarto gioco si è fatto riagganciare dal suo avversario che nell’ottavo game gli ha strappato ancora il servizio. La racchetta di Fognini, già buttata a terra diverse volte, stavolta ha finito per rompere un telone pubblicitario procurando al giocatore un penalty point. E Ramos-Vinolas ha potuto archiviare l’incontro al nono gioco.

Fevral 24, 2017 2:53

“La Brexit potrebbe rovinare la City”…

Saranno anche Cassandre, ma le previsioni che arrivano dall’interno della City continuano a disegnare un cupo futuro post-Brexit per la cittadella della finanza londinese. Un’inchiesta pubblicata stamane dal Guardian afferma che una “hard Brexit”, ovvero un’uscita totale del Regno Unito dall’Unione Europea e dal mercato comune, come finora il governo di Theresa May lascia intendere di voler fare, potrebbe significare “la fine del dominio” di Londra come maggiore centro finanziario europeo, una leadership raggiunta anche grazie all’appartenenza della Gran Bretagna alla Ue.“La Brexit potrebbe rovinare la City”, titola senza mezzi termini il quotidiano londinese, peraltro riecheggiando analisi analoghe pubblicare recentemente dal Financial Times. Le stime sul numero di posti di lavoro che andrebbero persi, per il trasferimento di parte delle operazioni sul continente, varia da 30 mila secondo Bruegel, una think tank con base a Bruxelles, a 232 mila secondo Xavier Rolet, capo del London Stock Exchange. E Douglas Flint, amministratore delegato della Hsbc, che addebita alla Brexit (e alla vittoria di Trump) il calo del 60 per cento nei suoi profitti annunciato l’altro giorno, paragona la City dopo la Brexit a una torre che minaccia di crollare, distruggendo come in un gioco del domino tutto quello che le sta intorno. Fuori dal mercato comune, banche e società di investimenti perderebbero in particolare i “passporting rights”, il diritto di fare affari da Londra con clienti di tutta Europa senza bisogno di ottenere una licenza sul continente.

Fevral 24, 2017 2:31

Marchi del nostro made in Italy…

È la manifattura tricolore che cresce e assume di più, un'eccellenza nel mondo che a prescindere dai consumi nostrani campa di esportazioni (quasi il 60% del totale) e sfida la crisi globali, ma anche la moda è un po' meno luccicante del passato perché per la prima volta nel periodo esaminato da R&s, l'ufficio sudi di Mediobanca, la marginalità 2015 delle maggiori aziende del Made in Italy smette di crescere più che proporzionalmente delle vendite.Questa l'analisi, numeri alla mano, di una delle più famose industrie del Paese vista con la lente dei primi 15 marchi, nomi che spaziano da Armani a Valentino, da Benetton (unica in calo tra i big) a Luxottica (campione di ricavi sopra quota 8,8 miliardi).Il dato aggregato è di una crescita dei ricavi 2015 del 9,4% sul 2014 e di ben il 28,4% rispetto al 2011, con una solidità finanziaria robusta, fatta di pochi debiti (anzi in molti casi le aziende hanno cassa) e di un rapporto tra passività e mezzi propri pari al 31%. La redditività operativa, invece, vero fiore all'occhiello di un industria che macina utili più generosi dei fatturati, scende per la prima volta al 9 delle vendite (era il 10,1% nel 2011). L'eccellenza dell'artigianalità ha il suo cuore nella pelle: una manifattura ha fatturato nel periodo considerato 73 miliardi di giro d'affari di cui 43 miliardi di borse, e 16 di scarpe, marcando la crescita più sostenuta (+15% rispetto al 2014). Segue l'abbigliamento, 60 miliardi (+13%), la gioielleria, 58 miliardi (+10%) e la cosmesi profumeria, 50 miliardi (+13%). Tra i marchi, quello che è andato a ruba tra il 2011 e il 2015 è Valentino (che registra una crescita del 102%), seguito da Moncler (+71,5%) Calzedonia (+55,8%) e Armani (+46%).Insomma, se la manifattura Italia cresce del 4,8%, la moda va al doppio dei giri (+9,4%) e forte di questo tassi di crescita, tra il 2011 e il 2015 ha creato 57mila nuovi posti di lavoro, arrivando a quota 327mila addetti. Infine i cugini francesi - padroni anchedi tanti marchi nostrani come Bulgari, Fendi, Loro Piana e Gucci- crescono quanto noi, ma sono più concentrati in pochi grandi gruppi: in Italia ci sono 13 aziende con ricavi superiori al miliardo, in Francia solo 6 dato che la galassia Dior-Lvmh da sola polarizza metà del totale.

Fevral 24, 2017 2:27