La manifestazione dei dipendenti pubblici guidata dai sindacati confederali, partita questa mattina alle 10 dal Colosseo e passata dai Fori Imperiali dove sono in corso i preparativi per la parata del 2 giugno, è giunta a piazza Madonna di Loreto, dietro piazza Venezia, dove è stata montata una grande mongolfiera colorata con l’hashtag #contrattosubito. “Siamo più di 15mila”, ha annunciato il segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola. Il furgone che guidava la protesta, ora trasformata in sit-in, è stato parcheggiato in modo perpendicolare alla strada e sta fungendo da palco, con gli esponenti delle sigle e i lavoratori che si alternano per intervenire al megafono.
La convocazione. “Il primo risultato di questa piazza è stato la convocazione immediata del tavolo sul salario accessorio in Campidoglio” ha detto Di Cola. “Ci aspettiamo che domani finalmente l’amministrazione mantenga le promesse e arrivi con proposte credibili che mettano in sicurezza il salario dei lavoratori, restituiscano loro le somme tolte da marino e ridiano certezze ai dipendenti e servizi ai cittadini”.
La scuola. Di Cola ha parlato anche della scuola sottolineando come sia “indispensabile che oltre al tema del contratto l’amministrazione riesca a trovare una soluzione anche per il tema delle scuole. Settembre si avvicina e il rischio che bimbi e lavoratori restino a casa è molto forte. Se domani non ci saranno risposte credibili la mobilitazione continuerà e ci saranno ulteriori iniziative”.
Il corteo. La manifestazione è iniziata in via San Gregorio, con gli organizzatori che gridavano al megafono: “Siamo migliaia e migliaia” e “Vota qui, vota là ma il contratto non ci sta!” circumnavigando il Colosseo. Il corteo è stato aperto da persone che tenevano, ognuna, lettere stampate su cartelloni a comporre la parola “Contratto”.
I sindacati. Organizzata dai sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa di Roma e Lazio, coinvolge i lavoratori del settore pubblico – come i dipendenti comunali, le maestre, i lavoratori dei musei e dei siti archeologici, i vigili urbani, gli operatori ospedalieri – ma anche privato che offrono servizi ai cittadini.
Le ragioni. Le ragioni dello sciopero, spiegano i sindacati, vanno dal “rinnovo di un contratto dignitoso per i lavoratori dei settori pubblici, bloccato da oltre 7 anni, e privati, in alcuni casi fermi da 10, a una riforma dei servizi che parta da nuove assunzioni per garantire la tenuta del welfare, messa a rischio da tagli forsennati e continue riorganizzazioni a costo zerovanno dallo sblocco della trattativa sul salario accessorio”, al recupero di quel 20 per cento tagliato dallo stipendio con Marino sindaco. La quota, secondo i sindacati, va legata in parte alla produttività e in parte agli incarichi e ai turni dei dipendenti comunali.
I precari. Tra le altre emergenze, i precari, soprattutto del settore scuola e nidi dell’infanzia che da venti anni aspettano di essere assunti. Una situazione legata anche all’assenza di quel turn over che dovrebbe invece permettere agli under 35 di essere contrattualizzati. Altro punto importante è la cronica carenza di personale nel settore cultura.
I vigili. Gli agenti di Roma Capitale hanno garantito i servizi minimi ma si è registrata una partecipazione in massa al corte. L’80 per cento dei vigli è sceso in strada. “Stiamo protestando per ottenere un contratto nazionale adeguato con una sezione specifica per la polizia locale” ha detto Francesco Croce della Uil. “Sottolineiamo, inoltre, la gestione effimera del corpo da parte dei commissari”.
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