Treni, metropolitane e vetture connesse alla Rete. Autostrade dotate di wi-fi e coperte dal segnale 5G. Semafori capaci di dialogare con gli automobilisti avvertendoli in caso di ingorghi e sistemi che segnalano le infrazioni. E poi, ovviamente, apertura alle auto a guida autonoma. Tutto in un unico grande progetto europeo per la mobilità del futuro da mettere in atto entro il 2019. Violeta Bulc, politica slovena a capo della Direzione generale per i trasporti (Dg Move) della Commissione europea, sfoggia il piglio deciso di chi sa già come andranno le cose e snocciola date e cifre. Nella nebbia che avvolge chiunque arrivi a Bruxelles, è già una sorpresa.”La digitalizzazione del trasporto non è un’opzione ma una necessità”, esordisce. “Si tratta di stabilire un quadro di riferimento complessivo da qui al 2019, quando le prime vetture a guida autonoma arriveranno sul mercato. Per allora vogliamo rendere la mobilità smart e adeguare le infrastrutture. Di qui il nostro piano Cooperative Intelligent Transport Systems (C-Its) con investimenti che nel tempo supereranno i tre miliardi di euro”.
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