Donald Trump sta spiazzando tutti. Prima il bombardamento della base militare di Bashar Al-Assad, in Siria, dalla quale sarebbe partito l’attacco aereo con il gas Sarin che aveva fatto oltre 80 morti tra i civili qualche giorno prima. Poi l’invio di una portaerei nei mari asiatici, pronta a “punire” il leader nordoreano Kim Jong-Un per i suoi continui test nucleari. E subito dopo torna sotto i riflettori l’Afghanistan, dove gli Usa hanno ancora 8.400 soldati, con la decisione di sganciare “Moab”, la più potente bomba militare non nucleare, su tunnel utilizzati da Isis e Al-Qaeda. Mosse che ribaltano l’immagine di un’America isolazionista, evocata da Trump in campagna elettorale, per farla tornare superpotenza mondiale. Che cosa ha in mente il neopresidente, che giovedi 20 aprile incontra Paolo Gentiloni? Dobbiamo aspettarci altri blitz?Una vera guerra con Pyongyang sembra comunque improbabile. «La Cina riuscirà a mediare e neppure Kim Jong-Un vuole suicidarsi, sfidando gli Usa o il Giappone» dice Del Pero. Sul Medio Oriente, punta a non restare fuori dai giochi ora che la Russia è protagonista. «Il dato che emerge» conclude Magri «è che per i prossimi 4 anni gli Usa sembrano destinati a muoversi con decisioni funzionali ai propri interessi, più che ispirate agli equilibri diplomatici internazionali».
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