Americà, facce Tarzan. Questo chiedeva a Gattuso, dopo la sconfitta col Torino che probabilmente ha tolto al Milan la zona Champions e a lui il futuro sulla panchina rossonera, la variegata folla dei variegatissimi giudici del dopo partita, attingendo al dna cinematografico di Alberto Sordi, ben noto a ogni italiano. Parecchi tra i giudici erano decisamente improbabili, come da attuale popolazione delle sale stampa degli stadi italiani e dei salotti televisivi riservati al calcio, dove il diritto alla sentenza non si nega a nessuno: ai sedicenti giornalisti imbucati, ai blogger senza blog, agli influencer senza influenza, alle veline convertite alla velina. Ma tant'è. Americà, facce Tarzan: ringhia un pochino, Ringhio, o almeno facci una scena alla "malakìa, malakìa, malakìa" (libera traduzione: qui tutto è una merda) come quella volta in Grecia, quando allenavi l'Ofi Creta prossimo al fallimento finanziario, tappa istruttiva di una gavetta tutt'altro che breve e certamente formativa. Ringhia all'arbitro Guida che ha dato un rigore un po' così, al Var che non l'ha corretto, ai calciatori che sbagliano stop come nemmeno all'oratorio, al mercato incompleto, alla società troppo straniera e distante, a Salvini che twitta critiche al Milan, negli intervalli alle foto instagram coi piatti di pastasciutta.Invece no. Ringhio non ringhia più, perché c'è un tempo per tutto. Ha accettato l'idea dell'eventuale esonero a 4 giornate dalla fine, perché la legge del calcio è che decidono sempre i risultati e la Champions era l'obiettivo dichiarato. Ha spiegato per l'ennesima volta che lui, Leonardo e Maldini lavorano per il bene del Milan, cioè insieme e non in contrapposizione. Ha risposto alle domande di tutti e si è ostinato a spiegare la partita con lucidità e onestà, senza inalberarsi, perfino di fronte alle non poche critiche preconcette. Vale la pena di ricordare che il Gattuso dei 5 punti nelle ultime 7 giornate di campionato è lo stesso che, lasciato tranquillo e non assediato da una campagna di discredito quasi quotidiana, la scorsa stagione fu il punto di riferimento in mezzo alla strana bufera cinese e garantì al Milan un rendimento da terzo in classifica, dopo averlo raccolto in crisi a fine novembre 2017, su chiamata del ds Mirabelli dalla panchina della Primavera.