Il partito delle pensioni torna a ruggire. Ufficialmente, il prossimo sarà l’anno dei giovani. Con bonus permanenti da inserire in finanziaria per incentivarne l’assunzione stabile. Li reclama a gran voce Confindustria. Li chiedono i sindacati. Li garantisce il governo. Ma l’attacco a questa linea, fortemente difesa dal premier Paolo Gentiloni, potrebbe arrivare dal Pd di Matteo Renzi. È esattamente quel che teme Palazzo Chigi. Dice Ernesto Carbone, renziano doc e responsabile del dipartimento Sviluppo economico del partito: “I soldi per intervenire sulle pensioni, a partire dalle minime, e per allargare la platea dell’Ape sociale sono già stanziati”.”Non scordiamoci del tesoretto lasciato dal governo Renzi e del gruzzolo che si sta formando grazie alla ripartenza del Pil. Un intervento sulla previdenza non è incompatibile con le risorse da destinare ai giovani”. Insomma, il confine è già stato superato, il Pd si prepara all’offensiva.Dunque nel partito democratico una corrente sempre più rumorosa spinge per appesantire il capitolo sulla previdenza. È un pezzo di quel “partito delle pensioni” mai domo, nonostante i tanti interventi messi in campo quest’anno. Sono spinte destinate a riaprire, viste le risorse non proprio abbondanti, anche una vecchia ferita del Paese: il dualismo giovani-anziani. E soprattutto uno scontro nel partito. Come confermano le parole di Carbone.
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