Stavolta la Germania non ha giocato il ruolo del falco. La battaglia è stata aspra sino all’ultimo, in seno alla Commissione, ma Berlino non è stata mai la testa d’ariete del fronte dei rigoristi. Anzitutto, se l’Italia è nel cosiddetto “braccio preventivo” della procedura d’infrazione, l’impegno a fare le riforme strutturali può compensare qualche sforamento sulle finanze pubbliche. In sostanza, racconta una fonte governativa, Berlino ha accettato di concedere una tregua all’Italia per capire l’effetto del Jobs Act sul mercato del lavoro, l’avanzamento del riordino istituzionale e delle altre riforme. Soprattutto, la Germania sta osservando come procede la ristrutturazione del sistema bancario, afflitto dal nodo sofferenze che il governo sta tentando di risolvere con il fondo Atlante. L’Italia resta in sostanza “sotto osservazione” in attesa che le riforme di Renzi mostrino gli effetti promessi, ma intanto anche Merkel e Schäuble le concedono sei mesi in più di respiro. Il secondo punto è politico. In un contesto precario, con il Regno Unito “sorvegliato speciale” in vista del referendum sulla Brexit, con Hollande insidiato dal Front national, la Spagna fuori gioco per le elezioni, con i maggiori Paesi dell’Est ormai su una china autarchica, l’unico grande Paese europeo con un governo relativamente stabile e affidabile, per Angela Merkel, è quello italiano. Per la cancelliera, com’è noto, quello della stabilità è sempre stato un dettaglio fondamentale. Ma l’altro ragionamento che si fa a Berlino a microfoni spenti è il seguente: chiedendo una correzione sui conti all’Italia per sforamenti “light”, la Commissione non avrebbe potuto fare a meno di bastonare Spagna e Portogallo, di sanzionarle già ora per un’infrazione molto più grave, quella del disavanzo. E l’ultima cosa che vuole Merkel adesso è indebolire il premier conservatore Mariano Rajoy in vista del voto del 26 giugno. Dopo, però, la musica potrebbe cambiare. La Germania ha accettato l’idea di rimandare il verdetto a luglio. Juncker vorrebbe concedere anche dopo più tempo – due anni – a Madrid per rientrare nel Patto e infliggerle nel caso una sanzione minima, ma a luglio la Germania potrebbe mostrare di nuovo la faccia più feroce e chiedere un aggiustamento più rapido. Un’altra considerazione che influisce sull’attuale disponibilità tedesca a riconoscere più tempo all’Italia e a rimandare a luglio il verdetto su Spagna e Portogallo è il calendario. Gli ultimi di giugno si annunciano come i dieci più pericolosi da molto tempo, per l’Europa. Non solo perché, riassume la fonte governativa, “potrebbero coincidere scenari come la Grexit e la Brexit”. Motivo per cui Schäuble sta conducendo le trattative sulla Grecia con un’ottimismo quasi ostinato. Oltre al referendum sulla Brexit e le elezioni spagnole, a fine giugno potrebbe cadere, secondo un’indiscrezione del Financial Times , anche il verdetto della Corte costituzionale di Karlsruhe sullo scudo anti-spread della Bce, l’Omt. Se fosse negativo, la Bundesbank potrebbe essere costretta ad abbandonare l’acquisto di titoli. Con conseguenze immaginabili, sui mercati.
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