Il nome del finanziere francese Vincent Bolloré è finito sul registro degli indagati della Procura di Milano. Il principale azionista del gruppo televisivo Vivendi è indagato per concorso in aggiotaggio. Questo è lo sviluppo dell’indagine aperta un mese fa dai pm milanesi, Fabio De Pasquale e Stefano Civardi, in seguito all’esposto presentato da Mediaset. Nel mirino è finita la scalata a Mediaset dal gruppo Vivendi, dopo che nell’estate scorsa tra i due colossi televisivi era stato raggiunto un accordo. L’intesa di luglio prevedeva che i francesi avrebbero preso il 100 per cento di Mediaset Premium, la deficitaria pay-tv del Biscione. Vivendi avrebbe pagato Premium con un pacchetto di sue azioni (pari al 2,962% del capitale sociale). La casa madre Mediaset avrebbe ottenuto anche un altro fascio di azioni (lo 0,538% di Vivendi) e girato ai francesi, a sua volta, un 3,5% del proprio capitale.
Dopo l’estate, a sorpresa, il gruppo transalpino ha spedito questo contratto su un binario morto lasciando intendere che la situazione finanziaria di Mediaset Premium era molto più grave di quanto immaginasse. Le tensioni tra Vivendi e il Biscione hanno immediatamente depresso l’andamento del titolo della società milanese. E Vivendi questa l’accusa della famiglia Berlusconi – ne avrebbe approfittato per avviare la scalata ostile a Mediaset. Dopo l’esposto degli italiani, i pubblici ministeri milanesi hanno sentito in due occasioni, ma come semplice testimone, il finanziere tunisino Tarak Ben Ammar, considerato molto vicino sia Bolloré sia a Berlusconi.
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